colletta di castelbianco

lettura critica di un progetto di recupero

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sinossi dell'insediamento

Il villaggio di Colletta si trova nell'entroterra ligure, in provincia di Savona, comune di Castelbianco, ed è posto su un crinale roccioso, a circa 300 metri sul livello del mare, nel centro della valle Pennavaira.

Le origini dell'insediamento risalgono al XIII secolo, periodo al quale si può far risalire il nucleo più antico della borgata, chiaramente riconducibile ad un recinto fortificato costruito in  posizione strategica sulla collina, a presidio di un percorso  di  transito  nella valle.

E’ costituito da un insieme di cellule abitative che, seguendo le balze del terreno, dalla valle risale verso l’Appennino ligure. Ogni cellula si adatta nella forma al suolo di supporto  e si aggrega in molteplici direzioni con le cellule vicine, costituendo, per nuclei, unità abitative sviluppate secondo sequenze spaziali a configurazione variabile. La cellula è il modulo volumetrico base di questo sistema flessibile e trae la sua regola dimensionale dal terreno a balze e dal sistema costruttivo in muratura di pietra con orizzontamenti voltati.

il progetto di recupero

progettista:
GIANCARLO DE CARLO

data del recupero:
1993 - 1999

individuazione dei vincoli alla trasformazione:
STRUTTURE PREESISTENTI IN MURATURA; 
OROGRAFIA DEL LUOGO; ASSENZA DI STRADE

obiettivi:
ADEGUARE IL LIVELLO DI COMFORT ALLE ESIGENZE ABITATIVE ATTUALI; CONIUGARE TRADIZIONE ED INNOVAZIONE; COLLEGAMENTO

strategie d’intervento:
RECUPERO DELLE STRUTTURE NEL RISPETTO DEI MATERIALI E DELLE TECNICHE ORIGINALI; ADOZIONE DI IMPIANTI NON INVASIVI

materiali e tecniche costruttive:
MURATURA IN PIETRA LOCALE; SOLAI IN CLS LEGGERO (PER ALLEGGERIRE LE VOLTE); TEGOLE IN COTTO

Il progetto propone l’attualità del risiedere in un piccolo centro, senza che tutto ciò comporti la rinuncia ad accedere alle risorse culturali e informative che il villaggio globale delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche rende disponibili ovunque.

Si è trattato quindi di ricostituire abitazioni in grado di offrire dimensioni e articolazioni degli spazi differenti, dotate di quella flessibilità che imponeva il riferimento ad una domanda nuova e non facilmente prevedibile. Il sistema costruttivo murario delle vecchie abitazioni, che generava la precedente regola distributiva, si è rivelato sorprendentemente flessibile e adattativo.

È lo stesso De Carlo a sottolinearlo: 

“I modi in cui si aggregano le cellule sono tipici di un organismo crostaceo che cresce lentamente adattandosi al supporto, anch’esso organico”.

Le cellule si affacciano a gruppi su spazi pubblici esterni di dimensioni simili agli ambienti interni. E’ possibile fruire di spazi privati all’aperto, accedendo alle coperture a terrazzo delle cellule sottostanti, un tempo adibite alla essiccazione di frutti e ortaggi.

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bibliografia

  • COSTRUIRE IN LATERIZIO, n. 57/1997
  • ANTONELLA ROMANO, Giancarlo De Carlo. Lo spazio, realtà del vivere insieme, Universale di Architettura n. 83, Testo e Immagine, Torino, 2001;
  • http://www.colletta-it.com.